Ti racconto il mio Gelato Festival 2018 mentre leggo della vittoria del gusto “Menta selvatica” di Ersilia Caboni, della gelateria l’Isola del gusto di Volterra. Lo stesso che mi ha così conquistata da dirigere qui la mia preferenza in questa tappa fiorentina.

Assieme a questa notizia me ne arriva anche una seconda altrettanto piacevole: il testa a testa c’è stato. Protagonista di un meritatissimo secondo posto il gusto Pistacchio di Brönte e Pepe nero di Salvino Pappalardo della gelateria SofficeMania, arricchito da una piacevolissima nota di sale. Pensare che per una buona 40ina di minuti sono stata indecisa sull’attribuire il mio voto. Due gelati accomunati solo dal colore della materia prima, declinato in sfumature differenti. Due gusti completamente diversi: uno fresco, capace di trasmettere brio al palato e di far muovere i piedi come a ballare un tip-tap a piedi nudi sull’erba, sulle note di una musica che viene da chissà dove. L’altro caldo, avvolgente, sensuale con quella nota di pepe decisamente erotica: luce che filtra dalle persiane di legno, seta su una pelle abbronzata dal sole di Sicilia, odore pungente d’incenso indiano.

Chissà se le stesse sensazioni devono averle avvertite anche le altre centinaia di appassionati che si sono arrampicati come me fino al Piazzale ad assaggiare ben 16 gusti di gelato ideati e realizzati dai migliori gelatieri d’Italia. In ogni caso il verdetto è il medesimo e non può che far piacere.

Sullo sfondo la più bella vista sulla città regina del Rinascimento: i giardini che sembrano tuffarsi in Arno, la cupola del Brunelleschi con la sua perfezione geometrica che sembra potersi catturare con la mano, l’austera torre di Arnolfo che da qui appare gentile, il confine soffuso della città con le colline attorno. Una poesia da assaporare con calma, lasciando spaziare lo sguardo mentre si gusta dolcemente un gelato d’autore.

Nacque qui la fama del gelato, dal genio squisitamente fiorentino: il primo fu tale Ruggeri, pollivendolo all’origine, che si presentò ad una gara culinaria indetta dalla Corte Medicea con un dolce gelato somigliante ad un sorbetto. Era il tempo di Caterina de’ Medici, che in partenza per la sua nuova patria, volle portare Ruggeri con sè per sfidare con quel “ghiaccio all’acqua inzuccherata e profumata” i grandi pasticceri di Francia. Venne poi il mito di Bernardo Buontalenti, architetto, artista, ingegnere militare ed a quanto pare anche gastronomo nonchè scenografo di spettacolari banchetti. Correva l’anno 1559 ed in occasione del ricevimento a Corte di una delegazione di ambasciatori spagnoli, il Buontalenti servì la prima crema fredda realizzata con latte, miele, tuorlo d’uovo e vino. Fu un vero e proprio trionfo nonché l’inizio di un promettente avvenire per un alimento conosciuto sin dall’antichità, approdato in Italia grazie agli influssi arabi nel Regno di Napoli ma fino ad allora mai assurto all’onore delle cronache.

Festival del gelato 2018: altri gusti che mi hanno colpita

Non solo Menta selvatica e Pistacchio al pepe nero. Altri gusti mi hanno piacevolmente sorpresa per la fusione dei sapori e l’estro creativo: qui sotto una breve lista, in ordine sparso. Come sempre niente classifiche: solo l’invito a recarvi in almeno una di queste gelaterie per vedere coi vostri occhi ed assaporare col vostro palato. Aspetto i vostri commenti!

  • “Fior di Bacco” di Carla Maria Moretti

    Sciroppo al mosto d’uva che va ad aggiungersi ad un caramello di frutta fresca e secca della campagne in cui sorge l’agriturismo che lo produce. Me lo presenta la Signora Carla come il “cioccolato etrusco”: base fior di latte in cui il dolce è smorzato dalla piacevole acidità di un caramello naturale. Da assaggiare perchè un tuffo nel passato: quei sapori che ti ricordano qualcosa ma non sapresti dire cosa con esattezza. Chiudi gli occhi, lasci sciogliere in bocca il fior di latte e trattieni il caramello: c’è qualcosa che non sai dire, qualcosa di rustico e raffinato allo stesso tempo. Quella sporcatura che lo rende autentico, intrigante e mai banale.
    Agriturismo Il Palazzino:  Via di Bacco 10 – 12, Bibbona (Livorno) – sito web

  • Fior di Bacco di Carla Maria Moretti dell'Agriturismo Il Palazzino di Bibbona: uno dei gusti in gara che mi ha piacevolmente stupita!
    Fior di Bacco di Carla Maria Moretti dell’Agriturismo Il Palazzino di Bibbona: uno dei gusti in gara che mi ha piacevolmente stupita! – © Carlotta A. Buracchi

    “Crema di Prato” di Alessio Baldi

    Opulento questo omaggio al territorio pratese, con due sue eccellenze in formato gelato: crema al Vermouth bianco di Prato con un tocco di Fico secco di Carmignano e cioccolato all’anice e grué di cacao. Da assaggiare per immergersi nella storia affascinante di un prodotto ancora troppo poco conosciuto: il Vermouth nasce nella Prato mercantile del ‘700, lo stesso periodo in cui Carpano codifica la ricetta di quello torinese. La ricchezza della città sono le spezie e nel Vermouth c’entrano. Oh si che c’entrano! Assieme alle erbe tra cui l’artemisia (“vermouth” in tedesco significa “assenzio“, ovvero l’amara artemisia) e le scorze essiccate di frutta. Il dolce questo gelato lo deve invece al Fico secco di Carmignano, particolarissimo con quella nota d’anice che tradizionalmente si aggiunge in semi al suo cuore. E poi? Poi il cacao fa il resto…
    Gelateria Baldi: via Carlo Levi 19, Ferruccia (Pistoia) – pagina Facebook

  • “Mediterraneo” di Gaia Mecocci

    Non un gelato ma il trionfo della frutta secca. L’eleganza barocca della Sicilia, broccati e stoffe che ombreggiano le scale di palazzi ambrati sotto al bollente sole del sud. E così questa crema: nocciola, pistacchio, mandorla amara: un tourbillon di sapori carichi come il vento del deserto ma leggiadri come una carezza. Da assaggiare per immergersi in un romanzo del Verga o in un affresco di Palermo. O per partire verso le Indie d’Occidente, come il nome della cioccolateria che lo ha ideato, che v’invito a scoprire sul sito web.
    Cioccolateria Gelateria DonaMalina – Via Pacinotti 30R e Via Reginaldo Giuliani 11R, Firenze – sito web

  • “Verbella” di Pasqualina Capuzzo

    Whiskey, pere Williams e cioccolato fondente in scaglie: onestamente mi ha stupita. Il Whiskey non è prepotente ma ha la sua presenza, la pera c’è e ci sta tutta, il fondente bilancia la dolcezza delle Williams. Una Bond girl dei primissimi episodi: decisa, piuttosto raffinata, inguaribilmente romantica.
    Gelateria Verbella: Viale della Libertà 12, Santa Croce sull’Arno (Pisa) – pagina Facebook

  • “Bamero” di Daniele Giannecchini

    Il gelato alla banana è difficile. Spesso stucchevole, pastoso, con un retrogusto che fa ben presto annoiar di sè. Daniele Giannecchini risolve questo problema in maniera intelligente, dividendo il suo gelato in tre tempi: il primo è la banana, dolce per forza ma senza il latte ad approfondirne la grassezza. Il secondo il lime che lo rende fresco, assai più sofisticato e meno invasivo del limone. A stupire infine arriva lo zenzero, con quel piccante in terzo tempo che fa la sua funzione: alleggerisce e dà brio. Così che da un gelato alla banana ti ritrovi in mano un qualcosa di completo, fresco, leggero, appagante. Da provare!
    Gelateria La Cremeria: Piazza Stazione 19, Pietrasanta (Lucca) – pagina Facebook

    Tappa fiorentina per il Gelato Festival 2018 – © Carlotta A. Buracchi
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Carlotta Andrea Buracchi Bresciani
Figlia di produttori di vino col pallino per la lettura (libri letti più di 3900!) ed accanita scrittrice. Mi occupo di grafica, content marketing e comunicazione sul web. Scrivo di cibo e turismo, curo il marketing per "Ultimo", l'ultimo vino di famiglia e... sogno di diventare giornalista enogastronomica!