Ho un bel sorriso stampato in faccia mentre scrivo di questa Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2018. Non capitava da molto tempo.

Non che io sia mai stata una frequentatrice assidua delle Anteprime (questa è la mia III nel paese del Poliziano). Però di Vino Nobile di Montepulciano vi posso assicurare che ne ho assaggiato parecchio, se non altro con un papà che lo produceva, le occasioni per curiosare nei bicchieri proposti dalle Cantine si sprecavano. E pur non avendo i titoli adatti per poter esprimere una opinione qualitativa, a me il Vino Nobile ha sempre affascinato esattamente per quel qualcosa che molti altri – ben più titolati di me -, hanno sempre un po’ guardato con demerito: la sua grande espressione varietale o, più spesso, stilistica.

Vino Nobile ed i celebri pici, primo piatto tipico di Montepulciano. Imperdibile un assaggio a margine dell'Anteprima!
Vino Nobile ed i celebri pici, primo piatto tipico di Montepulciano. Imperdibile un assaggio a margine dell’Anteprima! – © Carlotta A. Buracchi

Il fatto è che a Montepulciano non trovavi mai un Vino Nobile uguale all’altro. Ciascuna Cantina aveva una propria espressione di Vino Nobile dipendente sì dall’andamento dell’annata ma allo stesso tempo indipendente per stile, blend, affinamento. Ne risultava un universo variegato che ti rendeva quasi impossibile trovare un filo conduttore, se non dopo alcuni anni d’invecchiamento.
Un carattere succoso, speziato, capace di mantenere intatto il frutto negli anni ed in cui il tannino s’ammorbidiva col tempo ma che conservava enormi differenze tra cantine: esposizioni, suoli e – soprattutto – stili. E l’assaggio di tutti non poteva non risolversi, almeno per me, in qualcosa di sempre intrigante.

É forse frutto della gente di Montepulciano: vignaioli prima ancora di diventare imprenditori vitivinicoli, ciascuno con un proprio carattere, proprie convinzioni ed una propria rigida filosofia. Ciascuno con un proprio stile da scoprire, piano piano, anno dopo anno. Certo, avevi una grandissima preponderanza del frutto ed un Sangiovese graffiante (qui Prugnolo gentile). Ma lasciatemi parlare da persona di marketing: trovare una comune identità era difficile, specie per proporsi in blocco ai mercati. Ognuno faceva da sè, facendo conoscere il suo stile. Ed un vero e proprio “carattere Nobile” non era affatto facile da individuare.

Ecco un’altra peculiarità del Vino Nobile di Montepulciano: è sempre stato un vino capace di esprimersi col tempo, di maturare piano, al riparo nelle sue bottiglie; di regalare le emozioni più vere dopo alcuni anni d’affinamento in più. Lì riuscivi a coglierne appieno le caratteristiche: quando smussava le asperità di un Sangiovese un po’ roboante – fresco, per dirla coi francesi che non amano la parola “acidità” -. Ed a imparare ad amarlo come si ama una bella donna un po’ acerba e ribelle in gioventù, che col tempo acquisisce un carattere definito ed una propria forma di equilibrio. Perchè non si può non amare un vino che dimostra anno dopo anno d’essere sempre un qualcosa di vivo, evolutivo, di vero. Alla fine lo trovavi versatile, ecumenico, capace di accompagnare una varietà di pietanze che un Brunello non si sarebbe mai sognato. O di essere gustato da solo, con un libro sulle gambe davanti al fuoco crepitante del camino. In barba a chi ha in odio il termine “vino da meditazione“: il Nobile lo è davvero!

Anteprima Vino Nobile di Montepulciano 2018, un assaggio di vino Nobile
Anteprima Vino Nobile di Montepulciano 2018, un assaggio di vino Nobile – © Carlotta A. Buracchi

Anteprima del Vino Nobile 2018: un 2015 d’equilibrio 

Quest’anno è andata in maniera diversa. Girovagando tra i banchi d’assaggio di questa Anteprima del Vino Nobile 2018, tra tante facce amiche che mi hanno vista crescere su queste colline, sono riuscita forse per la prima volta a trovare un fil rouge nel Vino Nobile. Fil rouge che per me fa rima con equilibrio e bevibilità e che spero ne diventi la bandiera.

Un tannino più morbido, un Sangiovese meno irruento a grattare il palato, un frutto presente e pieno, una giusta dose di spezie, un colore straordinario. Vini più facili da bere e da capire per chi non è un addetto ai lavori. Vini pronti subito, senza dover attendere per forza altri anni di bottiglia per dargli una identità. Vini puliti. Insomma un 2015 all’insegna di un grande equilibrio, che mi ha stupita. Fatemelo dire: è una annata come non se ne sentivano da anni a Montepulciano!

Certo, restano grosse differenze tra i produttori ma chi conosce la gente di Montepulciano lo sa. E chi ha un po’ di esperienza col Prugnolo gentile e la sua storia, sa bene che non è un vitigno facile. Richiede attenzione e tanto, tanto lavoro in vigna. E molto aiuto da fuori.

Dopotutto i nostri nonni Poliziani – che la sapevano lunga già prima dell’aiuto di enotecnici, enologi e laboratori d’analisi! -, non erano particolarmente amanti del monovitigno. Esattamente come accade ad altri grandi prodotti di Toscana – vedi l’Olio EVO Toscano IGP -, loro sapevano bene che per addomesticare il Sangiovese di queste terre bisognava offrire lui più di un valido aiuto: Mammolo, Canaiolo, Colorino del Valdarno, Malvasia nera, s’arrivava fino alla bianca uva di Trebbiano. Come massaie esperte, capaci di miscelare gli ingredienti senza dar troppo peso alle dosi, i nostri nonni avevano già esplorato tutto il variegato panorama di quelle varietà che oggi definiamo “autoctone” o “antiche” e che, con rinnovato stupore negli occhi, abbiamo fatto tornare tanto di moda dopo l’ebbrezza da vitigni internazionali che ci aveva colpito un po’ tutti.

Vecchie varietà che a Montepulciano oggi non è più così tanto difficile trovare e che per un bel pezzo furono soppiantate – perlomeno nei cuori di molti – da cloni di Merlot e Cabernet Sauvignon, forse un po’ più facili da trattare in annate particolarmente difficili, specie se considerate “difficili” per il mutare di esigenze e condizioni di mercato.

Non entro nel merito dei differenti blend scelti dalle Cantine presenti all’Anteprima 2018 perchè non credo che ci debbano essere “vincitori” e “vinti” nella scelta varietale: nel pieno rispetto di quello che è il Disciplinare di produzione del Vino Nobile in uso al Consorzio di tutela, credo che un gran vino sia frutto di un buon lavoro in vigna, tanto quanto in cantina. E quest’anno a Montepulciano, i frutti del lavoro sono “nel bicchiere” di tutti: dei puristi del Prugnolo gentile, degli amanti delle varietà locali e di quelle Cantine che lavorano con vitigni internazionali. Caratteristiche d’eccellenza e d’equilibrio che scorrono come un fiume sotterraneo sotto i banchi d’assaggio di tutti i presenti, proprio come un fil rouge deve fare.

E proprio per quel guizzo di luce, di voglia di mettersi in gioco che ho scorto negli occhi dei produttori che ho avuto il piacere di salutare, auguro a tutte le Cantine di Montepulciano che questo successo incassato all’edizione 2018 dell’Anteprima del Vino Nobile, possa costituire la prima tappa di un nuovo Rinascimento. Capace di unire e non di dividere.

Calici pronti per degustare l'annata 2015 e la riserva 2014 di Vino Nobile di Montepulciano all'Anteprima 2018
Calici pronti per degustare l’annata 2015 e la riserva 2014 di Vino Nobile di Montepulciano all’Anteprima 2018 – © Carlotta A. Buracchi
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Carlotta Andrea Buracchi Bresciani
Figlia di produttori di vino col pallino per la lettura (libri letti più di 3900!) ed accanita scrittrice. Mi occupo di grafica, content marketing e comunicazione sul web. Scrivo di cibo e turismo, curo il marketing per "Ultimo", l'ultimo vino di famiglia e... sogno di diventare giornalista enogastronomica!